osservazioni estemporanee d’un passante distratto

dal mio inutile punto di vista il movimento delle riviste online ha delle criticità e delle potenzialità. Tra le prime la dispersione, la carsicità, lo spontaneismo, il disordine, la condanna all’oblio, la mancanza di autorevolezza. Tra le seconde: una massa critica collettiva tale da poter impattare e condizionare le dinamiche della società letteraria dettandone l’agenda (quantomeno) web. Dalla gestione accorpata degli interessi e delle istanze delle riviste (cioè da una loro cooperazione rafforzata dalla presenza di un organo collegiale da costruire) passa la loro capacità di incidere sul reale e perseverare spinozianamente nell’esistenza. Non propongo lo scioglimento delle riviste e il loro confluire in un nuovo soggetto, propongo la confederazione delle riviste italiane come strumento di autodeterminazione, razionalizzazione, sintesi e selezione 

La terza sorella

Rosebud “Lei è cattiva” Pezzella. Agente immobiliare di Scafati. Condannata nel 2016 a otto anni di reclusione per il reato di bigamia plurima e continuativa.
Nel 2017 il presidente della Repubblica Sergio Mattarella le concede la grazia per intercessione di Alfonso Pecoraro Scanio, padrino di cresima di Rosebud.
Nel 2018 è indagata insieme a esponenti del clan Giuliano per disastro ambientale, in merito a presunte trivellazioni della costa amalfitana.
Nel febbraio 2020 viene condannata in primo grado a dodici anni di carcere per traffico di armi con il Mozambico.
Il 15 marzo 2020, in pieno lockdown, viene arrestata in piazza Cavour a Zungoli (AV) con 600 grammi di eroina nascosti nell’Audi di famiglia intestata alla sorella Daniela.
Il 4 ottobre 2020 è indicata dal generale Pappalardo come ministro della sanità del governo rivoluzionario espresso dal cartello “Italia Libera”. Secondo Marco Lillo del Fatto Quotidiano, sarebbe stata scelta in virtù di un suo intervento “antivax” su Facebook: “La nostra impossibilità a accettare la ratio della vaccinazione di massa è la stessa che in età evolutiva impedisce di comprendere la distinzione tra divisione per contenenza e la divisione per ripartizione”.
Rosebud rifiuta l’investitura il giorno dopo pubblicando su Instagram la sua tessera del Partito Repubblicano, a cui risulta iscritta dal 1967.
Accompagna la foto con gli hashtag #antivax #antifa
Sostiene di aver scoperto l’identità “della assassina” di Simonetta Cesaroni nella primavera del 1993, da assistente parlamentare dell’onorevole Gaetano Gorgoni. Il 6 gennaio 2019 ha consegnato una lettera sigillata al notaio Augusto Papilloma Della Rovere con il nome della presunta colpevole e “la preghiera” di rendere pubblica la lettera in caso di propria “ormai imminente e ineluttabile” morte violenta.
Nel gennaio 2021 ricorre a un importante intervento di chirurgia estetica, a causa del quale resta in coma fino all’8 settembre 2021.
È agli arresti domiciliari nell’abitazione di famiglia a Caianello, da dove gestisce quotidianamente online la rivista letteraria La Nuova Norimberga.
Odia i cani e i bambini entro i 7 anni.

Simmetria

(facile scrivere dritto per dritto, più difficile è farlo al rovescio, in modo simmetrico) Simone Bachechi

Giulio disse: “miseria, mi sento come se fossi storto, il mio tronco non è più dritto e simmetrico come dovrebbe essere e questo mi preoccupa”.

“Tu mi preoccupi” disse Luca.

“No no ti dico non era così, ora che siamo quì me ne rendo conto anche solo camminando o stando disteso. Mi sento storto, cambiato dentro, la conformazione dello scheletro, per esempio se mi stendo…quì, dammi il tuo asciugamano Franco”.

Parlava con il ritorno di fiamma, come le macchine da rally.

“Prendi prendi prendi…non voglio sembrare complice di una crisi di simmetria” se la rise Franco.

“Non scherzare…guarda, sia che mi metta supino che prone non c’è simmetria, devo spostare qualcosa….o la pianta del piede o il busto, non c’è ordine, non c’è simmetria e questo adesso mi dà fastidio e mi causa dolore…”

“Non siamo mica pioppi… obiettò Franco,  “è normale che sia così…il tuo corpo si adatta al mondo circostante, se non era così tu stesso non ci saresti stato e per esteso tutti noi umani non ci saremmo, si chiama evoluzione…il contrario ha un nome…”

“A me sta accadendo ora rispose Giulio e sono preoccupato. Guarda, quando cammino, non mi vedi grigio e storto?”

“beh… effettivamente” gli sogghignò nell’orecchio Franco.

“E alloraaaaa?” Si imbufalì subito dopo.

“Voglio fare qualcosa, qualcosa è cambiato dentro di me e questo mi fa paura…ho paura che qualcosa di estraneo mi stia crescendo dentro”.

Franco sbuffò potentemente e con stoica pazienza disse a Giulio:

“mettiti disteso, ti spiego la postura del disteso…è normale che sia così…guarda…”

Airtemmis

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FIRENZE L’E’ PICCINA

Mina si trasferì a Firenze nel 1979. Allora già si sentiva nell’aria qualcosa di nuovo e per nulla di antico. Gli anni ’70 erano veramente finiti, ci avevano gentilmente pensato le BR a giustiziarli un anno prima, insieme al corpo abbandonato di Aldo Moro, nel bagagliaio di una orribile Renault 4 grigia o rossa, secondo lo sguardo tele o meno visivo. Quel bianco e nero catodico che aveva sfibrato dieci lunghi anni di lotte intense e snervanti stava finalmente prendendo colore, attimo dopo attimo, giorno dopo giorno, nonostante un senso di terribile sconfitta aleggiasse su un’intera epoca. Eppure era un sollievo, una liberazione, era un arrendersi che presupponeva una preparazione ad una vittoria non più sperata né reclamata ma veramente alla portata, su un piano naturale opposto e differente, una redenzione distopica da una realtà di eventi eccitanti e diversi. La politica era finita, il punk appena nato, i compagni erano morti, la rivoluzione era in atto.

Quando cominciò tutto? Un giorno Firenze si è svegliata e tutto era esploso,  il cielo sopra la città era annuvolato da questa perenne aria di festa, come se tutti si aspettassero qualcosa di nuovo e eccitante ogni giorno. Per nove lunghi brevissimi anni, finché il vento non è cambiato, le nuvole scoppiate, lo spirito dissolto, e la tragedia fu immanente.

Allora non era possibile immaginare che tutto sarebbe finito così in fretta e in modo tanto orribile. Nessuna di loro possedeva coscienza di una rovina così rapida e letale.

Linda arriva a Firenze nel 1982. Il mondo era nostro e tutto era possibile. Conosce Mina al DANZICA, che allora è LA discoteca new-wave di Firenze, il posto in cui sette giorni su sette è vietato mancare. Una notte di gennaio suonano due giovanissime band fiorentine, da allora e per sempre i migliori in città. I primi già suonano mentre al centro del palco da una vera bara di legno esce il cantante che comincia ad urlare e si butta sul pubblico in pieno furore punk londinese. È un performer straordinario e sensuale quanto basta per far perdere la testa a chiunque in sala, uomini o donne che siano. Il secondo gruppo ha un nome decisamente fotografico che è impossibile dimenticare. Il leader suona la chitarra ma non canta, al microfono un ossesso imita la danza malata di Ian Curtis che intanto riposa in pace. Per l’intera nottata Linda non fa che fotografare, la reflex che ha al collo è la sua chitarra personale. Mina nel pubblico è bellissima ed è impossibile non notarla: il suo taglio di capelli è unico ed epico, completamente rasati sul lato destro, quaranta centimetri di ciuffo a sinistra, tra sei mesi nessuno al Danzica non l’avrà imitata. Mina è un’attrice, già da due anni lavora con le compagnie fiorentine le più spettacolari e intransigenti, quelle che predicano oramai da tempo la contaminazione assoluta tra il teatro la musica la moda e il design. Mina è la musa della WARSZAWA, della FURORE!, della OSCURO SCRUTARE, le esperienze teatrali più entusiasmanti e all’avanguardia della scena cittadina. Linda verrà travolta dall’energia e dalla creatività di Mina, dalla sua voglia di protagonismo, dai suoi eccessi e dalla sua esaltazione. Da quella sera saranno inseparabili creature della notti fiorentine, insieme a Marion, delle tre l’ultima arrivata.

Marion Gainsbourg lascia Lione nel 1983, stanca del provincialismo snob francese. Qualche tempo prima suo fratello Jerome le ha fatto ascoltare Half Mute dei Tuxedo Moon: è la scossa di cui ha bisogno, lo stancante e ripetitivo punk dei Pistols e dei Ramones comincia ad annoiarla. È pura new-wave dell’epoca, cupa e inquietante, decadente e sconvolgente, Berlino e Mittel-Europa allo stesso tempo. Marion ha le idee chiare sul suo immediato futuro italiano, ad attenderla a Firenze è la musica, che per lei allora è già tutto, ma da protagonista. 

È il 1984. Mina Westuff a Firenze è una diva, non c’è boutique che non l’abbia eletta modello di eleganza e bellezza. Non c’è teatro off in Italia che non abbia accolto una delle sue epiche e leggendarie performance fisiche e corporee, oscene di carne e di corpo che è la sua arte. Linda testimonia il tutto con scatti tesi e nervosi, scarni e rigidamente in bianco e nero. Oltre alla fotografia ha intanto scoperto una nuova passione, la scrittura, il racconto di ciò che vede e che cattura, prima della sua reflex, oltre lo scatto dell’otturatore. Ha fondato le BR, le BUONE RAGIONI, rivista di proto-lettere, interpunzioni grafiche e rabbia senza speranza, periodico cinico e insofferente che racchiude il meglio delle varie e variegate intelligenze che la città esprime in quel momento. Marion ha messo su e disfatto LE BAGNATE, violentissimo trio punk femminile, e ora è l’anima delle IRA LEVIN, ensemble cupo e inquietante in cui la no-wave più estrema di derivazione newyorkese riesce a fondersi con una elettronica di stampo teutonico in apparenza dura e inaccessibile. Firenze è conquistata, i concerti del gruppo sono un bagno di folla sudore e sangue, mai si erano visti spettacoli tanto intensi e coinvolgenti, intimi e repellenti. Al BLUE MONDAY, alla SCATOLA NERA, al NASTRO o al METRO, in tutti i locali più importanti delle notti fiorentine, tre saranno gli elementi che non mancheranno mai: Mina Westuff, la musica delle IRA LEVIN e l’eroina.

Firenze cambia. Da energica e veloce la città sta diventando all’improvviso fatale e pericolosa. E soprattutto stupefacente.

1986. Marion è la prima, d’altronde è l’ultima arrivata. Il 31 dicembre 1985 festeggia lo strepitoso successo delle IRA LEVIN allo STEIN con due grammi e mezzo di eroina: overdose immediata ma non letale. Soltanto una settimana più tardi il gruppo avrebbe dovuto cominciare le registrazioni del primo disco con l’OFFICINA RUMOROSA, la più importante etichetta indipendente della città, che subito rescinde il precontratto. Nei mesi successivi le tensioni all’interno del gruppo aumentano e diventano ingovernabili alla vigilia del già fissato tour italiano estivo: una settimana prima della partenza, il gruppo si scioglie, la tournèe annullata. L’occasione persa danneggerà irreparabilmente la carriera della musicista francese, che inutilmente tenterà la strada dell’elettrodance commerciale con LA FAÇADE NOIRE, in duo con il suo compagno e rinomato pusher fiorentino Maurizio Cervi, fino al primo arresto a fine 1986.

1987, è il turno di Mina. Da un anno non recita più, non può più farlo. I suoi nudi spettacolari in scena sono diventati macabri 49 chili in esposizione e vene affondate e trombosi esplosive e piedi e mani maciullate. Mina si fa tre grammi di eroina al giorno, la si vede solo di pomeriggio alla stazione, nessuno più la cerca. Ma Mina ha bisogno di soldi e solo una cosa sa fare, recitare.

Romeo Landi non ha mai saputo chi fosse Mina Westuff, né mai lo saprà, ma l’accoglie volentieri nella sua scuderia, come ama chiamarla. La PINK MOON a Firenze è la prima e unica casa di produzione cinematografica 100% hardcore. Il mercato delle homevideo è in continua e perenne espansione. Il porno è facile da girare e non costa niente. Il set è la villa del Landi a Scandicci, nella splendida campagna fiorentina. Otto ore al giorno ben pagate, anche questo è a suo modo recitare.

La notte del 31 dicembre 1989 il VALIUM è caldo e sudato, sembra una estate, nonostante il gelo invernale. Il locale è strapieno, l’inaugurazione non poteva andare meglio, Firenze si è riversata in massa nell’ampio loft che accoglie il club più in della ormai ex capitale della creatività italiana. I MASTROIANNI IS DEAD, l’ultima rivelazione della morente new-wave cittadina, ha intrattenuto la folla per più di tre ore, in un concerto che difficilmente si potrà dimenticare. Linda di Maggio assiste soddisfatta alla riuscita della serata, cui ha contribuito in qualità di art director del locale. In più di un’occasione le è sembrato di rivivere le stesse sensazioni delle sue prime notti fiorentine, al DANZICA nei primi ’80, o all’ ELDORADO o al CHRISTIANE F qualche anno più tardi, nonostante l’invito della serata fosse lapidario: A MORTE GLI ANNI ’80 LUNGA VITA AGLI ANNI ’90. Ha voglia di fidarsi di questo slogan che lei stesso ha ideato, ma i ricordi sono più forti mentre il dj mette su le IRA LEVIN e qualcuna in sala sfoggia ancora 40 centimetri di ciuffo asimmetrico.

Gabriele Merlini